1 Settembre - Sito 2018

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1 settembre 2018, ore 21, Santuario della Madonna
 
del Bosco, Alfonsine

 
 
Quei dolci concenti
 
Una piccola storia del liuto

 
 
Ugo Nastrucci   Giangiacomo Pinardi
liuto, arciliuto, chitarra barocca


 
 
Il programma che presentiamo stasera ripercorre la storia del liuto e degli strumenti affini dalle origini arabe (l'oud, o liuto arabo, e' sicuramente il precursore archetipo di tutti gli strumenti successivi) fino alle evoluzioni seicentesche che hanno portato alla ribalta strumenti come la tiorba e la chitarra barocca, a quel tempo definita anche "chitarra alla spagnuola". Importato in Europa nel Medioevo grazie ai contatti, spesso conflittuali, col mondo arabo, o, piu' probabilmente, direttamente attraverso la Spagna dominata dagli Arabi, il liuto conobbe una straordinaria fortuna nel periodo rinascimentale, giungendo nel Cinquecento ad una diffusione capillare paragonabile solo alla popolarita' che nel Sette–Ottocento ebbero gli strumenti a tastiera. Il nostro itinerario parte dall'Italia con il milanese Dalza e lo spagnolo, operante a Roma, Ortiz. La tappa successiva e' l'Inghilterra elisabettiana: il liuto fu certamente uno strumento fra i più importanti, come testimonia l'imponente mole di composizione giunte a noi. Presentiamo una selezione di duetti originali dei maggiori autori del periodo, con le caratteristiche imitazioni di suoni tratti dalla natura o dalle realta' della vita (suoni di campane, canti d'uccelli, giochi musicali).
 
La seconda parte del programma e' interamente dedicata agli strumenti seicenteschi derivati dal liuto, ovvero la chitarra barocca e la tiorba: strumento piu' "popolare" la prima, grazie soprattutto alla possibilita' di accompagnare le melodie piu' in voga con semplici strappate di accordi (le "botte", in spagnolo rasgueado), divenne nel corso della sua storia uno strumento di raffinatezza paragonabile al liuto per l'opera di compositori come lo spagnolo Gaspar Sanz e il pavese Francesco Corbetta, che ne svilupparono la tecnica.
 
La tiorba, chiamata anche chitarrone, e' invece un grande liuto basso dotato di lunghe corde da toccarsi a vuoto (i bordoni). Nato come strumento di suono possente atto ad accompagnare il canto nel nuovo stile seicentesco del Recitar cantando, venne impiegato quasi subito come strumento solista grazie alla curiosa accordatura "rientrante" (note basse al posto delle acute) che consentiva particolari effetti di risonanza, le cosiddette campanelas, molto apprezzati all'epoca.
 
 
Ugo Nastrucci
 
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